LA QUALITA'
Cosa si intende per suono straordinario o suono cattivo?
Cercherò di dire alcune cose ben sapendo che la parola ha dei limiti quando si tratta di descrivere i parametri per definire un suono bello o brutto. Volume e proiezione: anche se il volume non è la qualità più importante che si richiede ad uno strumento acustico è innegabile che sentire una chitarra che abbia un buon livello di emissione fa sempre piacere.
Tale capacità di muovere l’aria riempiendola di vibrazioni è legata alle capacità vibratorie del piano armonico e alle dimensioni del corpo. E’ quest’ultimo infatti che fa da amplificatore delle vibrazioni delle corde ma non pensiate che aumentandone di molto le dimensioni si ottengano risultati di volume significativamente maggiori. A parte l’insuonabilità di uno strumento abnorme, l’equilibrio sonoro di sicuro ne soffrirebbe.
Dunque, teniamoci lo strumento con le dimensioni ormai collaudate e accettiamo invece la teoria contraria che ci dice che uno strumento di piccole dimensioni ha un suono più focalizzato, più condensato, con caratteristiche di penetrazione maggiori di uno strumento di grandi dimensioni. Per esempio, il triangolo, pur avendo una bassa emissione sonora, è sempre udibilissimo anche in mezzo a una marea di altri strumenti più potenti.
Questa qualità di riuscire di farsi sentire viene chiamata capacità di proiezione e a formarla concorrono sia la capacità di spingere in là il suono sia di mantenerlo udibile fra molti. Non si tratta quindi di una semplice dote muscolare ma del possesso, da parte della chitarra, di una personabilità timbrica in grado di non farsi sopraffare. La personalità dello strumento e il suo trasporto attraverso l’aria si devono in gran parte al lavoro del piano armonico.
Nel passato la crescente diffusione della musica concertistica portò alla costruzione di sale da concerto sempre più grandi con la conseguenza che, in mancanza della amplificazione, le nuove esigenze di maggior volume portarono ad aumentare le dimensioni dello strumento. Il risultato di questi allargamenti fu, in alcuni casi, una sensibile perdita della forza di penetrazione degli strumenti. Da quanto appena detto se ne deduce che volume e forza di penetrazione (capacità di trasportare la propria personalità sonora) sono fra loro legati ma non sono la stessa cosa.
Aumentare il corpo di uno strumento significa aumentare il volume di emissione ma non precisarne, raffinarne le caratteristiche sonore, che lo rendono riconoscibile. Anzi, è vero spesso il contrario. In una chitarra un buon volume sonoro è una dote desiderabile ma maggior valore va dato, secondo me, alla sua capacità di mantenersi udibile nelle più svariate occasioni. Questo perchè ottime prestazioni nel senso della penetrazione sonora possono felicemente bilanciare performance appena accettabili in quanto a livello di emissioni.
Non sempre comunque, una spiccata personalità , specie se caratterizzata da una eccessiva frizzanteria o da una marcata esaltazione dei medi , può piacere. In tal caso, pur riconoscendo giustamente allo strumento un timbro ben definito, emergente, consiglio di sceglierne uno magari dal discorso sonoro più intimo, con qualche ritrosia da scoprire, ma più equilibrato.
Riassumendo: -il volume è il livello di emissione che riesce a produrre
-la dote di proiezione o veicolazione del suono è la capacità di riuscire a
mantenere la propria identità in mezzo ad altri suoni o rumori
-la personalità è l’insieme delle componenti che ne caratterizzano il suono